Candele: Storia delle candele

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  1. Gianluca_Antipoli
     
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    Faccio un pò di copia-incolla da info recuperate nel web... devo ancora trovare fonti precise in merito, ma il succo bene o male è questo=

    " L'uomo utilizza il fuoco come fonte di illuminazione da migliaia di anni, prima ancora dell'avvento delle candele mediante semplici roghi o con quella che può essere considerata

    la prima lampada: una pietra scavata riempita di grasso animale che ardeva senza spandersi ed aveva una buona autonomia.

    Risale a circa 15.000 anni fa l'inizio dell'utilizzo utensili imbevuti di grassi animali o pece come fonte di illuminazione.
    Questi utensili, come ad esempio le torce non possono essere ancora considerati i precursori delle candele.
    Dovranno passare ancora migliaia di anni, fino al 3000 a.C. prima che in Egitto facciano la loro comparsa alcune lampade costituite da

    un serbatoio contenente grasso animale in cui veniva immerso uno straccio che assorbiva il grasso e che conferiva controllo e durata all'ardenza di questo utensile.

    Sebbene i reperti egiziani di tali lampade, in qualche modo assimilabili a primordiali candele, risalgano a 5.000 anni fa, l'invenzione della candela viene generalmente attribuita agli antichi Romani che per primi iniziarono ad utilizzare strumenti molto più simili alle moderne candele.

    Si trattava di foglie di papiro intrise in cera d'api e arrotolati intorno ad uno stoppino centrale,

    che venivano usate in cerimonie religiose, o anche come illuminazione domestica.
    Oltre ai grassi animali e alla cera d'api si sono fin dall'antichità utilizzate anche cere vegetali, nella produzione di candele.

    In giappone le prime candele vegetali erano prodotte con cera estratta dal mallo di noce mentre in India la cera veniva prodotta dall'albero di cannella. Oggi le cere vegetali sono prodotte soprattutto dalle piante di soia e di palma.


    Fino al medioevo furono comunque i grassi animali ad essere prevalentemente usati per la produzione di candele. Durante il medioevo venne introdotto l'uso di cera d'api che presentava numerosi vantaggi: la fumosità della candela era molto ridotta, la fiamma era più stabile, e l'odore sprigionato più gradevole.
    Le candele in cera d'api a causa del loro costo elevato ebbero diffusione solo nel clero o nelle classi più abbienti.

    La produzione di candele restò un'attività quasi esclusivamente domestica fino al XIII secolo, periodo in cui cominciarono a comparire le prime botteghe. Nonostante la comparsa di questi primi laboratori cerai, la produzione di candele continuò per lungo tempo ad essere molto comune tra le attività svolte dalle donne in casa, come fare il pane, il sapone e cucire. Quasi tutte le madri dei nostri nonni sapevano fare in casa le candele, utilizzando tecniche tramandate di generazione in generazione.

    Con la scoperta dell'America le mogli dei coloni inglesi, già capaci di produrre in casa le candele, scoprirono che dalle bacche ancora acerbe di un mirto americano, si poteva ricavare un'ottima cera dal gradevole profumo. Ancora nel 1800 i grassi animali erano la principale risorsa utilizzata nella produzione di candele e la fiorente attività delle baleniere portò ad utilizzare un nuovo tipo di cera prodotta dallo spermaceti, una sostanza cerosa presente in abbondanza nel grasso dei capodogli, la cera che se ne traeva non aveva l'odore acre tipico della cera prodotta dal grasso bovino e produceva una fiamma più bianca e brillante, ed aveva anche bassi costi di produzione.

    Con la cera ottenuta dallo spermaceti si assiste alla prima produzione industriale in grandi volumi.

    Nel 1820 il chimico francese Michel Eugène Chevurel scoprì come estrarre l'acido stearico dai grassi animali ottenendo così la stearina, una sostanza molto dura con cui si potevano produrre candele poco soggette a deformarsi con calore e che bruciavano con fiamma regolare e luminosa.

    Una svolta importante nella storia della candela va sicuramente fatta risalire al 1834, anno in cui l'inventore Joseph Morgan inventò una macchina con cui era possibile la produzione continua e facilitata di candele, questa macchina, formata da un cilindro con un pistone che serviva ad estrarre la candela una volta solidificata, segò di fatto l'inizio della produzione industriale delle candele.

    Le candele divennero quindi più economiche ed accessibili alle grandi masse e sostituirono progressivamente le lampade ad olio anche nelle case dei non abbienti.

    E' comunque nel XIX secolo che si compie il passo fondamentale nella produzione e diffusione delle candele: la produzione di paraffina. La paraffina prodotta per raffinazione dal petroli aveva costi di produzione molto bassi, era perfettamente bianca ed inodore e bruciava molto più regolarmente di tutte le sostanze maggiormente diffuse fino ad allora, producendo una fiamma bianca e brillante. L'unico inconveniente era il basso punto di fusione e la relativa morbidezza. Si capì ben presto che bastava aggiungere una piccola percentuale di stearina, per ottenere una cera che univa tutti i vantaggi della paraffina alla maggior durezza conferita dalla stearina.

    Le candele divennero così uno strumento di illuminazione a buon mercato ed ebbero una grande diffusione fino al 1879 anno in cui Thomas Edison inventò la lampadina.

    Con l'avvento della luce elettrica e la sua progressiva diffusione dapprima nelle case dei più ricchi e poi anche in quelle delle persone meno abbienti, la candela comincio a non essere più utilizzata come fonte di illuminazione.
    La luce elettrica rese non più necessaria la produzione casalinga della cera e delle candele e si persero tecniche e tradizioni tramandate da madre in figlia per secoli.
    Le candele verranno poi riscoperte verso gli anni '50 non più come strumento di illuminazione ma come oggetto d'arredo. Negli anni novanta ricomincia la sperimentazione sulla cera e si studiano nuove sostanze soprattutto di origine vegetale quali la cera di palma e la cera di soia. Oggi le candele vengono prodotte in miriadi di forme e colori ed in tantissime profumazioni. La produzione è quasi totalmente industriale e fa spesso uso di macchinari completamente automatici, quali polverizzatori, trafile, presse, che producono candele in grandi quantità. Fortunatamente esistono ancora piccole realtà di produzione artigianale che hanno mantenuto le lavorazioni tradizionali a caldo affiancandole all'impiego dei materiali più moderni e sicuri. La candela artigianale resta un oggetto di grande fascino, capace di portare atmosfera, luci, tepore e profumi, e un pizzico di storia nelle nostre case.

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    Secondo i dati disponibili, le candele si producevano già 3000 anni a.C.;
    nella tomba di Tutankhamen, infatti, è stato rinvenuto un candelabro di bronzo.
    Nell’antichità, le candele si producevano con materie prime naturali vegetali e animali.
    I Giapponesi utilizzavano addirittura cere di vari insetti.
    Solitamente si usava il grasso animale, che lasciava uno sgradevole odore e riempiva la stanza di fumo.
    Più tardi iniziarono ad usare candele di cera d’api, soprattutto nelle chiese, per le funzioni religiose;
    si trovavano pure nelle abitazioni aristocratiche.
    Successivamente producevano candele col grasso di balena.
    All’inizio dell’Ottocento, con la decomposizione chimica dei grassi animali iniziarono a ricavare la stearina, che si versava facilmente negli appositi modelli di legno.
    Nello stesso periodo scoprirono la paraffina e il cotone intrecciato, che fungeva da stoppino.
    Le candele iniziarono così ad illuminare anche le case dei più poveri.
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    Già gli antichi romani utilizzavano candele, che venivano fabbricate immergendo una corda di canapa in un contenitore pieno di pece calda e liquida; estraendo lo spago, la pece che vi rimaneva appiccicata a poco a poco si solidificava. Successivamente la “candela” veniva immersa nella cera calda e allo stato liquido. Quando la cera, a contatto con l'aria, diventava solida la candela poteva essere utilizzata. Queste candele emanavano un forte odore di sego, grasso animale con cui era largamente composta a quel tempo la cera.
    Occorrerà giungere al 1820 per ottenere candele inodori, quando due francesi fabbricarono le prime candele di stearina, una cera priva di grassi animali. Qualche anno più tardi, nel 1834, un altro francese inventò uno stoppino ritorto, che rese le candele più luminose. E’di un inglese, invece, l’invenzione, nel 1846, di una macchina capace di produrre candele. Da allora la tecnica della produzione delle candele industriali non é molto cambiata.
     
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  2. Daniela_Giudetti
     
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    L'illuminazione nel Medioevo




    A partire dal Medioevo l’uso della candela di cera o di sego (grasso animale mischiato con paglia) prevalse su quello della lanterna ad olio utilizzata dai Romani, l’uso della lanterna infatti richiedeva attenzioni costanti come riempire regolarmente il serbatoio, tagliare lo stoppino, pulire l’olio che colava.
    La candela quindi inizia ad essere largamente utilizzata tra la fine dell’impero Romano e l’inizio del Medioevo soprattutto perché legata alle cerimonie religiose cristiane.
    Nell’Alto Medioevo la richiesta di candele aumentò enormemente grazie alla continua crescita di monasteri.

    Dato che le candele bruciano in modo abbastanza regolare e costante, nel Medioevo venivano anche usate per scandire il passare del tempo, ovviamente non erano precise, ma permettevano di misurare il tempo in luoghi chiusi e per periodi ben più lunghi di quelli misurabili con una clessidra.
    Sulle candele venivano segnate 12 tacche orizzontali che corrispondevano più o meno alle 12 ore della giornata lavorativa (dalle 6 alle 18).

    L’uso della candela come sistema di illuminazione per le abitazioni private come già detto nel precedente post, si fa risalire al XIII secolo, anche se molto più probabilmente la candela di cera era un oggetto di lusso dei signori del 1300.
    Le candele del 1200 infatti erano per la maggior parte fatte di sego, e venivano prodotte dai mastri saponieri che utilizzavano la stessa materia prima per produrre anche il sapone. Lo sviluppo dell’apicoltura nei monasteri portò a sostituire il sego con la cera d’api. La cera veniva separata dal miele e venduta in pani o fogli ed aveva un colore giallo scuro.

    La produzione delle candele nel Medioevo



    Anticamente per fabbricare le candele si doveva seguire un procedimento abbastanza semplice: si immergeva una cordicella di canapa (denominata lucignolo) in un contenitore pieno di pece calda e liquida. Poi si estraeva la cordicella che era ricoperta di pece la quale pian piano si solidificava. Successivamente si immergeva più volte il lucignolo nella cera calda e liquida (circa 60°- 65° C). Ad ogni immersione lo strato di cera si attaccava al lucignolo e si solidificava raffreddandosi all’ aria e pian piano la candela prendeva forma e consistenza.

    Esisteva però un altro metodo per produrre candele: più lucignoli venivano fissati ad un supporto di legno e vi si versava sopra la cera calda e liquida con un cucchiaio.

    Per creare i ceri venivano utilizzati stampi di legno.
     
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1 replies since 9/6/2013, 18:43   1453 views
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